Noia

L’appuntamento era fissato per le 15 e 30 di un martedì di metà luglio. Incapace di decidere cosa fosse pnoiaeggio: dover andare dal dentista o andarci in piena estate arrivò infine nella piccola ed afosa sala d’aspetto. Prese a  giocherellare nervosamente con una rivista arrotolata non avendovi trovato nulla d’interessante da leggere.
La sua mente andava a mille miglia all’ora, ma sempre girando attorno allo stesso pensiero: le persone che a centinaia a quell’ora affollavano le spiagge intorno alla città. Le invidiava con tutte le forze rimastele dalla notte passata in bianco a causa del mal di denti. Le odiava anche, perché loro non avevano bisogno d’alcuna cura canalare e nessuna mano si sarebbe insinuata nelle loro bocche a meno che non lo avessero espressamente voluto. Continua a leggere “Noia”

Sette settimane

partireOggi è il sette gennaio 2015. Ho calcolato le settimane che mancano alla mia seconda, ed ultima?, partenza per il Regno Unito dei lavoratori, risultato: sette.

Ancora sette settimane di attesa, e preparativi.

Dall’altra parte del web e dell’Europa uno sconosciuto impiegato irlandese mi chiede nuovi documenti e, con granitica insistenza pretende timbri e dichiarazioni up to date. E l’alloggio? Ancora niente.

Che fare di queste ultime settimane italiane? Girare per la città cercando di catturarne qualche scorcio con la mia nuova fotocamera? Passeggiare sul lungomare finche c’è un lungomare? Affondare ogni mattina sotto al piumone fino a mezzogiorno? Leggere quel romanzo che hai in formato cartaceo e che pesa come un mattone, cosi non dovrai trascinartelo dietro in viaggio? Oppure leggere tutti I fumetti che hai per poi buttarli via per sempre. Correre a teatro? Smettere di rimandare quella passeggiata fuori città?

O non fare assolutamente niente? Tanto il da fare non ti mancherà di certo appena messo piede sul suolo lavorativo…

Oppure no: non poltrire, ripassare invece la materia che hai studiato, e che andrai ad esercitare nel tuo nuovo paese; il luogo di cui non sai nulla e di cui nulla ancora ti interessa.

Sette settimane poi la tua vita cambierà. Il futuro questa volta è iniziato nel buio di un freddo mattino del novembre scorso quando all’alba ti sei strappata dal letto e dal caldo di casa per buttarti in strada, nella nebbia e sull’asfalto appena lavato per raggiungere la stazione e prendere quel treno che ti ha portato al colloquio con l’agenzia, prima e col personale del Trust poi.

Faceva freddo, ma sei andata, avevi sonno, ma anche rabbia, e speranza. Sono servite, sei riuscita ad aggiungere un tassello al tuo futuro, ora non restano che sette settimane per il prossimo passo: partire.

Da qui si emigra per disperazione, perchè si è stufi di apparire invisibili, da questo pantano senza speranza si scappa, e cosi scappo io. Grazie Italia per avermi nutrita, scaldata, ignorata. Tra sette settimane ci separeremo. Non ho idea dei prossimi tasselli di questo mio nuovo futuro, ma non importa, ciò che conta è andare, muoversi, annullare questo vuoto in cui annaspo da tanto, troppo tempo.

Sette piccole settimane da contare piano piano.

Sette week end con gli amici da centellinare. Quarantanove giorni per ricordare. Due fogli di calendario da strappare.

scribaross